Le Vie di Erba
Ultima modifica 4 aprile 2019
LE VIE DI ERBA
Per ricostruire l’evoluzione e l’origine della denominazione delle attuali vie di Erba si sono consultati, in un arco di tempo che va dai primi dell’800 fino quasi alla fine del 900: le deliberazioni di Giunta e Consiglio comunali, i verbali di manutenzione e costruzione delle opere pubbliche e stradali (strade e piazze, fontane e lavatoi, cimiteri), gli elenchi delle strade comunali, gli atti dei censimenti generali della popolazione. L’opera di ricostruzione è risultata tutt’altro che agevole. In alcuni casi il ritrovamento di alcune mappe (specie della prima metà dell’800) in cui risultavano ben evidenziati alcuni punti fissi della toponomastica erbese (la Piazza Prepositurale, la Piazza Mercato, le parrocchie ecc.) ha permesso di trovare una continuità storica delle informazioni reperite; così anche dagli atti dei censimenti.
In altri casi, invece, ad un certo punto viene a verificarsi una soluzione di continuità in questo ideale filo storico, vuoi perché di una certa strada o piazza o luogo per un periodo di tempo abbastanza lungo non si hanno informazioni nei documenti comunali, vuoi perché negli stessi documenti capita che un nome sia riportato in modo diverso (ad esempio, via Balbor è a volte citata come via Balbus) oppure si trovano citazioni di vie una volta sola, senza nessun altro riscontro (ad esempio, intorno al 1930, la Busa Marx, la via Mussolini, la via Scorobiello); oppure ancora un nome che sembra consolidato, per un po’ di tempo scompare, presumibilmente sostituito da un altro forse in quel momento di uso più comune (anche se non ufficiale). In alcuni casi, dunque, non è stato possibile ricostruire l’evoluzione storica della denominazione; in altri casi l’ipotesi è, per così dire, solo “deduttiva”, non basata su una certezza assoluta, ma solo su ipotesi e indizi. Per quanto riguarda le ipotesi sull’origine del nome si è consultato il volume “Toponomastica storica del Triangolo Lariano” di Fabio Cani edito dalla Comunità Montana del Triangolo Lariano.
Via ABBADIA S. ANTONIO: richiamo alla vecchia badia di S. Antonio Abate a Mevate. Dell’Abbazia, di cui restano rare e mal conservate tracce in alcuni edifici, si hanno testimonianze fino dal XIV secolo. Restò attiva fino agli inizi del 1800 quando le leggi napoleoniche che soppressero gli enti religiosi ne decretarono la rapida scomparsa. E’ in questa zona che fino ad allora si svolgeva la Sagra di S. Antonio, poi rinata sul piazzale di Villa Amalia.