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Il comune di Erba tra fascismo e anti-fascismo

Ultima modifica 5 aprile 2019

Il 10 giugno 1940 anno XVIII dell'epoca fascista il Duce annuncia da Roma l'entrata in guerra dell'Italia a fianco dei tedeschi e l'evento è comunicato, ad opera del podestà cav. Airoldi, anche agli erbesi grazie allo sparo di 3 colpi di cannone, da 5 minuti di scampanate in contemporanea delle 9 parrocchie e dalla voce del duce stesso mediante sistemi di altoparlanti (Foto 1)

Da quel momento anche per Erba si avvicina un periodo di grandi mutamenti politico-istituzionali e di grandi ristrettezze economiche per i suoi abitanti.
Al vertice dell'amministrazione comunale troviamo commissari prefettizi (Riccardo Bianchi nel '39/40, Guido Antoniello nel '41, Guido Della Giovanna e Ugo Pontiggia nel '42, Ferruccio Mola, Pasquale Cantore e Scipione Conte di Belgiojoso nel'43) che si succedono rapidamente, podestà (il cav. Airoldi nel '40, '43,'44 e '45) e delegati podestarili di provenienza del locale Fascio di Combattimento poi ridenominato Fascio Repubblicano di Combattimento (Daniele Corti nel' 40, Anacleto Sampietro nel '41, Gustavo Mambretti dal '42 al '45), comandanti militari dei 2 schieramenti (il Maresciallo Lechler per i tedeschi nel '43 e il colonnello John S.Arnold per gli americani dal maggio '45) ed infine, a partire dal giugno 1945, sindaci di matrice politica assai diversa (Alfredo Betti dal giugno '45, del fronte di sinistra e, ancora, il Conte Scipione Barbiano di Belgiojoso dal '46, della DC).

Cambiano le autorità superiori a cui fare riferimento: le "regie" Prefettura e Questura di Como, fascistizzate fino alla caduta del regime avvenuta l'8 settembre 1943, vengono ridenominate "repubblicane" sotto la Repubblica Sociale Italiana dal '43 al '45 per poi perdere ogni aggettivo subito dopo l'insurrezione partigiana.
Quanto ai mutamenti economici locali, i commercianti erbesi devono rispettare i prezzi massimi fissati in periodo di guerra dall'autorità podestarile (Foto 2) su conforme parere di un comitato dei prezzi formato da rappresentanti economici iscritti al partito fascista, dalla segretaria del Fascio femminile e dal segretario locale del partito, mentre gli abitanti devono fare lunghe file in comune per ritirare le varie tessere annonarie che servono per ritirare i beni di prima necessità soggetti a razionamento: pane, generi di minestra, latte, grassi, zucchero, sapone e anche abbigliamento.

Il comune è chiamato a nuove e diversificate funzioni che i tempi di guerra impongono: dal controllo sul contingentamento dei beni primari alla tenuta dell'anagrafe degli sfollati provenienti da Milano bombardata nel '43, dall'assistenza ai congiunti dei militari al censimento delle superfici coltivate, dal controllo degli ebrei di provenienza croata in soggiorno obbligato presso l'albergo Centrale alle requisizioni continue di alloggi per dare un tetto prima alle forze germaniche che nel '45 si acquartierano per alcuni mesi, poi agli erbesi rimasti senza casa a seguito dei bombardamenti alleati dell'agosto '43 e del 10 gennaio 1945.

Nel settembre del '42 i Battaglioni 53° e 54° dell'8° Reggimento Fanteria sono ospitati in Erba dal locale Fascio di Combattimento guidato dal segretario Ercole Joriati, dietro contributo del Comune che, in una delibera del commissario prefettizio cav. Ugo Pontiggia cita "la bravura dei nostri bravi soldati che partono per il fronte russo con entusiasmo per l'affermazione dei nostri diritti ad un migliore avvenire" (Foto 3). Qualche anno dopo un registro comunale riporta freddamente e semplicemente un lungo elenco di nomi di giovani erbesi catalogati come "dispersi" o "caduti" sul fronte russo e balcanico.
Alcune decine sono invece i lavoratori erbesi costretti dalle necessità economiche, ma anche dalla propaganda di regime, a lavorare nelle aziende siderurgiche tedesche produttrici di macchine da guerra. I loro familiari, benché sussidiati dall'Ente di Assistenza Fascista, chiedono al Podestà di adoperarsi presso le autorità tedesche per farli rientrare per paura di perderli, ma la Prefettura Repubblicana vieta tali mediazioni.

I bombardamenti aerei degli anglo-americani non risparmiano la città di Erba, né il villaggio alpino dell'Alpe del Vicerè, mentre la rete dell'acquedotto si salva. A nulla serve il servizio di avvistamento aereo predisposto dal comune con la collaborazione di 15 persone pagate per scrutare i cieli dall'alba al tramonto. Per fronteggiarli in maniera più efficace il podestà Airoldi fa costruire 5 rifugi anti-aerei in grado di ospitare oltre 1000 persone ed emette numerose ordinanze dirette ad aziende erbesi per costringerle a costruire trincee antischegge destinate alle maestranze.
Nel '44 il paese è allo stremo e il regime lancia una raccolta di fondi chiamata "Pro armi alla Patria": a Erba il successo è insperato e si mette in scena anche uno spettacolo cinematografico nelle scuole per ottenere sottoscrizioni.
Con le leggi razziali del '44, anche l'amministrazione comunale erbese si ritrova nuove risorse economiche derivanti dai proventi del sequestro dei beni agli ebrei contabilizzati separatamente nella cosiddetta "gestione ebraica" (Foto 4)

Con l'arrivo degli anglo-americani nel '45 arrivano nuove disposizioni da parte del Governo Militare Alleato (GMA) diretto regionalmente dal colonnello Charles Poletti, che subentra alla costituenda autorità del Comitato di Liberazione Nazionale dell'Alta Italia (CLNAI), i cui vertici erbesi sono il Conte Scipione Barbiano di Belgiojoso, presidente, e Padre Aristide Pirovano, segretario. Il sindaco Alfredo Betti, invita gli erbesi ad effettuare "l'epurazione" dei fascisti repubblicani mediante denunce scritte e firmate su appositi moduli predisposti dal comando provinciale del GMA, che richiedono dettagliatissime informazioni di carattere etico-politico (Foto 5).
Lo stesso sindaco, rispondendo ad una circolare dell'Intendenza di Finanza di Como mirata a confiscare i beni di cui i profittatori di regime si sono appropriati, elenca le personalità erbesi di spicco del regime fascista, il loro ruolo e le loro proprietà, analogamente a quanto viene fatto da un documento del CLNAI; inoltre cita 2 fascisti giustiziati sommariamente: Gustavo Mambretti, già segretario cittadino del PNF, nullatenente, e Leonardo Gregori, romano, in servizio militare a Erba.

Viene istituita anche una sottocommissione per la sospensione dei funzionari e degli impiegati fascisti per rinnovare i vertici e i quadri di tutti gli enti pubblici: diversi sono i dipendenti comunali destituiti, tra cui il segretario comunale.
Il sindaco Conte Scipione Barbiano di Belgiojoso, nel '46, (nomi cancellati per motivi di privacy) fa depennare dalle liste elettorali tutti i personaggi coinvolti col regime, in attuazione di precedenti ordinanze del Maresciallo H.R. Alexander, Comandante Supremo Alleato delle Forze Operanti nello scacchiere Mediterraneo e Governatore Militare (Foto 6).

Quest ultimo, con proprio proclama (Foto 7) diramato a tutti i comuni dell'Italia liberata, dispone la fine del corso legale della valuta statunitense recante sul retro un timbro giallo (cosiddette am-lire) e reintroduce la lira l'epoca della ricostruzione post-bellica ha inizio e tutti i lavoratori sono chiamati il 1 maggio 1945 a dare il loro primo contributo per la rinascita del paese (Foto 8)


L'ARCHIVISTA COMUNALE
Dr. Claudio Barbieri